La montagna segreta
Scoprire l’Italia non è solo scenari meravigliosi e foto. Si tratta anche di rimanere in contatto con la storia. A pochi kilometri da Roma, nelle viscere del Monte Soratte, si trova un luogo unico nel suo genere. Il Bunker di Soratte è un museo diffuso del Percorso della memoria dove sono ancora evidenti i segni del bombardamento del 1944.
Il bunker si trova nel Lazio a Sant’ Oreste, piccolo paesino arroccato vicino al bunker, ultimo comune della provincia Nord di Roma. Il bunker, costruito nel 1937 dal Genio Militare di Roma per volontà di Mussolini, è un reticolo di oltre 4 kilometri di gallerie scavate nella roccia calcarea alla profondità di 300 metri sotto terra.
Mussolini «visita i lavori di sistemazione del Monte Soratte». Così titolò il Popolo d’Italia il 15 ottobre del 1940. Era un depistaggio. Quei «lavori di sistemazione» erano in realtà le opere di scavo di uno dei luoghi più segreti del regime: il bunker destinato a ospitare i vertici del governo e delle forze armate italiane in caso di emergenza.
Quando Mussolini andò in visita al cantiere, l’Italia era già in guerra e la durissima roccia calcarea si era rivelata più ostica del previsto. Erano stati scavati poco più di 4 chilometri. Il tempo era finito. E l’ordine fu chiaro: basta scavare, preparate il bunker all’uso.
All’interno del bunker, una rete di gallerie all’interno della montagna, costituiva un rifugio antiaereo per i vertici dello Stato Maggiore. Risulta essere una tra le più imponenti opere di ingegneria presenti in Europa.
Un pò di Storia
Quando la città di Frascati venne bombardata, il comando tedesco del Sud decise di trasferire la sede a Soratte. Il territorio italiano passava sotto il controllo tedesco. Circa 500 militari tedeschi si insediarono nel piccolo paese di Sant’Oreste e tutte le case requisite, stalle, edifici pubblici e naturalmente il Bunker. La complessa struttura, era caratterizzata da gallerie rinforzate da uno spesso strato di cemento armato.
Li rimase indisturbato fino a Giugno 1944. Il bunker bombardato dagli alleati il 12 Maggio dello stesso anno, partiti da Foggia con due stormi di B-17, resistette. L’operazione colpì il paese di Sant’Oreste causando un centiniaio di vittime tra i militari tedeschi in paese.
Nelle gallerie più esterne crollarono i controsoffitti, ma l’imponente costruzione e i suoi ingegnosi sistemi di sicurezza resistettero: nei tunnel più interni i soldati nazisti e gli operai dell’organizzazione Todt, il braccio ingegneristico del Reich, ebbero pochissime perdite.
Si Narra una storia di una figura di un operaio, un omone poderoso, vestito con abiti sdruciti, che girava con una gabbietta per uccellini con cui parlava fitto fitto in una lingua che agli abitanti del luogo sembrava incomprensibile, forse inventata. I santorestesi soprannominarono quel povero svitato «San Francesco».
Ma scoprirono la sua vera identità solo alla fine dell’occupazione tedesca, quando l’uomo, sbarbato e in divisa dell’esercito britannico, tornò in paese: era una spia alleata di origini italiane che nascondeva nella gabbietta una ricetrasmittente che usò per segnalare le postazioni di contraerea tedesche sparpagliate su tutta la montagna. Quelle informazioni consentirono di sferrare agli Alleati un attacco possente, dopo che i partigiani italiani avevano inutilmente tentato di eliminare i tedeschi avvelenando l’acquedotto: il sistema idrico di riserva salvò tutti.
Leggende
Per chi abita nelle zone limitrofe, il Monte Soratte e il Bunker sono sempre stati oggetto di leggende e racconti dei propri nonni che parlavano di una montagna piena di oro. Qualcuno racconta anche una storia sul profilo della montagna, che pare rappresentare proprio il profilo di Mussolini, scolpito a suon di cariche di esplosivo e picconate. Provenendo da Nord, la vista della montagna dall’Autostrada A1, non lascia spazio a dubbi, si riconosce l’incavo degli occhi, il naso e la bocca di un uomo.
Il Soratte è diventata una delle mete preferite, dopo il conflitto, un convoglio con 18 uomini della Wermacht e 79 casse (censite da un posto di blocco) arrivò a uno degli imbocchi del bunker. I soldati avrebbero scaricato le casse in un tunnel e le SS li avrebbero poi fucilati e sepolti nel tunnel sigillato facendo esplodere la roccia.
Tutti e diciotto tranne uno: il soldato Willy Vogt che, ferito, riuscì a scappare tra le macerie e salvato da una coppia della zona. Nel 1948, a guerra finita, Vogt tornò a ringraziare i suoi salvatori e rimase per qualche giorno per «fare ricerche sul Soratte».
Durante il soggiorno, una cappella alla base della montagna fu trovata dissacrata, a terra pezzi di una cassa di fattura militare. I carabinieri indagarono e andarono a casa di Vogt, ma lo trovarono morto, con il corpo straziato. Le casse non sono state mai ritrovate.
L’abbandono
Nel lasciare sbrigativamente il bunker, i tedeschi cercarono di cancellare le tracce della loro permanenza. Tutti i documenti sparirono e fecero esplodere gran parte delle gallerie, celando nelle profondità della terra storie e misteri, come quello dell’oro trafugato dai tedeschi alla Banca D’ Italia, il famoso Oro di Kappler, che non fu mai trovato.
Dopo la fine della guerra, il complesso restò abbandonato fino al 1967, quando la Nato decise di realizzare un rifugio antiatomico che non fu mai completato e poi abbandonato totalmente nel 1972. In un mondo dominato dalla paura nucleare nel pieno della Guerra Fredda rese il bunker una struttura antiatomica a pochi Km da Roma. In totale segreto cominciarono i lavori per trasformare il vecchio sito fascita in qualcosa di unico. Quei lavori non furono mai terminati e per ragioni ancora sconosciute il bunker venne abbandonato.
Oggi
Nel 2001 il comune di Sant’Oreste decide di ridare vita a questa struttura. Dopo aver acquisito l’intera area, il comune ha avviato un’ opera di recupero e valorizzazione del sito. Oggi l’area appartiene al comune di Sant’Oreste ed è diventato un museo storico, gestito dall’Associazione Bunker Soratte. E’ possibile visitarlo grazie al lavoro di guide e volontari e scoprire quanto queste piccole realtà di provincia siano state fondamentali per la storia italiana.
Per visitare il bunker è obbligatoria la prenotazione. Il percorso di visita è di circa 1km per la durata di 2 ore circa. Si raccomanda di coprirsi, all’interno la temperatura è di 12 gradi. Il contributo di ingresso è 10 euro, mentre il ridotto 5. Per info e prenotazioni visitare il sito www.bunkersoratte.it
Il bunker si trova vicino al Paese di Sant’Oreste. Si può parcheggiare in paese.
Nei Dintorni
Per chi volesse soggiornare nei pressi è possibile visitare la Riserva Naturale di Farfa.
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